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Il 27 gennaio il mondo si ferma per ricordare l’Olocausto: uno dei peggiori crimini nella storia dell’uomo.
Ma è innanzitutto necessario precisare che in nessun altro genocidio avvenuto durante il xx° secolo le circostanze hanno attribuito all’arte e all’estetica un ruolo tanto importante nella definizione delle vittime, come durante l’Olocausto.
Durante tale periodo, gli artisti chiusi nei ghetti e nei campi di concentramento produssero arte come strumento di memoria visiva.
Dopo l’Olocausto, fino ad oggi, gli artisti hanno perseverato nel tentativo di affrontare il tema, per testimoniare, confermare o elaborare l’evento, e ciò per via di un rapporto personale con il tipo di trauma rappresentato dall’Olocausto.
Il 27 gennaio il mondo si ferma per ricordare l’Olocausto: uno dei peggiori crimini nella storia dell’uomo.
Ma è innanzitutto necessario precisare che in nessun altro genocidio avvenuto durante il xx° secolo le circostanze hanno attribuito all’arte e all’estetica un ruolo tanto importante nella definizione delle vittime, come durante l’Olocausto.
Durante tale periodo, gli artisti chiusi nei ghetti e nei campi di concentramento produssero arte come strumento di memoria visiva.
Dopo l’Olocausto, fino ad oggi, gli artisti hanno perseverato nel tentativo di affrontare il tema, per testimoniare, confermare o elaborare l’evento, e ciò per via di un rapporto personale con il tipo di trauma rappresentato dall’Olocausto.
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