mercoledì 13 febbraio 2019

Classe II B - Scuola secondaria di I grado


  

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La bisbetica domata

Una giornata in teatro 

Mercoledì 30-01 u.s. le nostre attività didattiche si sono svolte in forma più entusiasmante del solito poiché siamo stati a Lecce, presso il teatro Paisiello dove abbiamo assistito e partecipato alla rappresentazione della commedia shakesperiana “La bisbetica domata”, da parte della Factory compagnia transadriatica.
Una commedia divertente e attuale che, attraverso piccoli inganni e scambi di persona, racconta l’opera di addomesticamento di una donna da parte di un uomo, una donna che da libera, indipendente, orgogliosa e ribelle, diverrà obbediente e rispettosa della volontà del marito, fino ad essergli sottomessa completamente. È la storia della bisbetica Caterina e di un intero villaggio che la considera pazza e inadeguata. Ma lei, nonostante sia spigolosa e ribelle, è pura e vera in contrasto con un mondo di burattini e burattinai che considerano l’amore un contratto piuttosto che un vero sentimento. Caterina non sta a questo gioco e aspetta, pur non mostrando di volerlo, un liberatore, che, invece, si rivelerà un vero tiranno.
È chiaro che  in una società profondamente maschilista, come quella in cui Shakespeare è vissuto, dove la donna era soggiogata interamente alla volontà del marito, una bisbetica addomesticata diventava un bel personaggio comico: nell’epoca la donna perfetta era quella che obbediva come un cagnolino. Arido il personaggio di Battista, padre della sventurata, che invece di avere parole di premura verso le figlie (Bianca e Caterina) in cerca di marito fa un’asta per il pezzo prezioso (Bianca è dolce, gentile e premurosa e una svendita per lo scarto (Caterina è ribelle, antipatica manesca e sboccata).  
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Caterina non si adegua, dice la verità, dunque è pazza. Lei sogna un mondo dove ci si sposa per amore e non come una vacca data per l’accoppiamento da un padre padrone. Urla la sua rabbia contro il padre e anche contro la sorella che piange ma non reagisce. Bianca, invece, ha capito che può diventare burattinaia solo se sta alle regole del gioco. Per cui sposa chi le pare e ha fortuna. Caterina si ribella come una donna dei nostri giorni che non accetta di essere violentata (neppure psicologicamente) né di innamorarsi dell’uomo sbagliato. Eppure… pian, piano cede e si innamora del suo carnefice. La sua umiliazione è totale, la violenza che subisce è disgustosa: non può mangiare, non può dormire, i vestiti le vengono strappati di dosso, la luna diventa il sole e gli uomini scambiati per donne. E il peggio accade quando la porta si chiude e noi non vediamo e non sentiamo più. Di Caterina ragazza tutto pepe e ribelle, che sognava di innamorarsi, non c’è più traccia. 
Abbiamo meditato e riflettuto a lungo sul messaggio di tale commedia e purtroppo ci rendiamo conto di quanto sia attuale poiché anche ai nostri giorni , all’interno delle mura domestiche dove dovrebbero regnare amore, calore e armonia… spesso c’è solo violenza e spargimento di sangue.

La commedia degli equivoci presenta le cicatrici del presente.

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