Mercoledì 30-01 u.s. le
nostre attività didattiche si sono svolte in forma più entusiasmante del solito
poiché siamo stati a Lecce, presso il teatro Paisiello dove abbiamo assistito e
partecipato alla rappresentazione della commedia shakesperiana “La bisbetica domata”, da parte della Factory compagnia transadriatica.
Una commedia divertente e attuale che, attraverso piccoli
inganni e scambi di persona, racconta l’opera di addomesticamento di una donna
da parte di un uomo, una donna che da libera, indipendente, orgogliosa e
ribelle, diverrà obbediente e rispettosa della volontà del marito, fino ad
essergli sottomessa completamente. È la storia della bisbetica Caterina e di un intero
villaggio che la considera pazza e inadeguata.
Ma lei, nonostante sia
spigolosa e ribelle, è pura e vera in contrasto con un mondo di burattini e
burattinai che considerano l’amore un contratto piuttosto che un vero
sentimento. Caterina non sta a questo gioco e aspetta, pur non mostrando di
volerlo, un liberatore, che, invece, si rivelerà un vero tiranno.
È chiaro che in una società profondamente maschilista,
come quella in cui Shakespeare è vissuto, dove la donna era soggiogata
interamente alla volontà del marito, una bisbetica addomesticata diventava un
bel personaggio comico: nell’epoca la donna perfetta era quella che obbediva
come un cagnolino. Arido il personaggio di Battista, padre della sventurata,
che invece di avere parole di premura verso le figlie (Bianca e Caterina) in cerca
di marito fa un’asta per il pezzo prezioso (Bianca è dolce, gentile e premurosa
e una svendita per lo scarto (Caterina è ribelle, antipatica manesca e
sboccata).
Caterina non si adegua,
dice la verità, dunque è pazza. Lei sogna un mondo dove ci si sposa per amore e
non come una vacca data per l’accoppiamento da un padre padrone. Urla la sua
rabbia contro il padre e anche contro la sorella che piange ma non reagisce.
Bianca, invece, ha capito che può diventare burattinaia solo se sta alle regole
del gioco. Per cui sposa chi le pare e ha fortuna. Caterina si ribella come una
donna dei nostri giorni che non accetta di essere violentata (neppure
psicologicamente) né di innamorarsi dell’uomo sbagliato. Eppure… pian, piano
cede e si innamora del suo carnefice. La sua umiliazione è totale, la violenza
che subisce è disgustosa: non può mangiare, non può dormire, i vestiti le
vengono strappati di dosso, la luna diventa il sole e gli uomini scambiati per
donne. E il peggio accade quando la porta si chiude e noi non vediamo e non
sentiamo più. Di Caterina ragazza tutto pepe e ribelle, che sognava di
innamorarsi, non c’è più traccia.
Abbiamo meditato e
riflettuto a lungo sul messaggio di tale commedia e purtroppo ci rendiamo conto
di quanto sia attuale poiché anche ai nostri giorni , all’interno delle mura
domestiche dove dovrebbero regnare amore, calore e armonia… spesso c’è solo
violenza e spargimento di sangue.
La
commedia degli equivoci presenta le cicatrici del presente.
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